Per il rinnovo del contratto e la giustizia fiscale

Il Comitato degli iscritti della FLC-CGIL dell’Università di Firenze, riunitosi in data 18 settembre 2014, approva la seguente mozione:
Il Governo Renzi aggiunge un altro tassello all’attacco al pubblico impiego, estendendo il blocco contrattuale anche al 2015. Dal 2010, il blocco ha già comportato una perdita di € 4.200 solo per il mancato adeguamento al costo della vita, senza considerare le conseguenze per i futuri conteggi previdenziali.

 

L’attacco alla contrattazione va di pari passo nel pubblico impiego e nelle aziende private, dove si vuole consegnare tutto il controllo nelle mani imprenditoriali. L’Italia ha un rapporto tra dipendenti pubblici e abitanti tra i più bassi in Europa e gli ulteriori tagli, funzionali alla riduzione dell’offerta pubblica dei servizi, favoriscono le occasioni di profitto attraverso la privatizzazione.
In vista delle prossime mobilitazioni sindacali

  • per il rinnovo del contratto di lavoro nazionale;
  • contro gli attacchi al lavoro dell'attuale Governo che, in contrasto agli stessi richiami dell'UE a legiferare perché il contratto di lavoro prevalente sia quello a tempo indeterminato, dispone di escludere qualsiasi motivazione per le assunzioni a tempo determinato, prevedendo la reiterazione del contratto fino a cinque volte nell'arco di tre anni e assoggettando quindi il lavoratore ad una continua ricattabilità;
  • contro la cancellazione definitiva dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori attraverso l'abrogazione anche della remota possibilità, lasciata persino da Monti, che il giudice, nella sua discrezionalità, possa ordinare il reintegro di un lavoratore nel suo posto di lavoro a fronte di un licenziamento illegittimo;
  • per una seria riforma della Pubblica Amministrazione, che non si attua certamente attraverso tagli lineari di spesa, mancato turnover, mobilità esasperata e possibilità di demansionamento;

il Comitato degli iscritti della FLC-CGIL dell’Università di Firenze chiede alla CGIL nazionale di individuare forme di lotta adeguate alla drammatica situazione attuale, coinvolgendo tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato, strutturato, precario e sommerso. Una giornata di sciopero rappresenta un costo sempre più gravoso ed è quindi indispensabile che il lavoratore abbia la consapevolezza che il suo sacrificio possa servire a qualcosa, che si senta parte integrante e fondamentale di un grande movimento che può fermare l’attacco del Governo ai diritti dei lavoratori.

Il Comitato degli iscritti ritiene indispensabile per la ripresa del Paese anche una forte riduzione della tassazione dei redditi medio bassi con una maggiore tassazione progressiva (art. 53 c. 2 della Costituzione italiana) dei redditi alti. Occorre una  riforma fiscale improntata a una maggiore progressività , che possa aumentare il reddito disponibile a chi lo ha più basso: un abbassamento delle aliquote IRPEF per i redditi più bassi e l’introduzione di aliquote maggiori per i redditi superiori a € 75.000 (attuale limite di reddito dell’ultima aliquota) per una maggiore giustizia sociale. Si ricorda che la decisione delle aliquote IRPEF è demandata ai vari paesi europei: ad esempio, la Germania prevede una tassazione progressiva con l’ultima aliquota a  € 200.000.

Questo difficile periodo può e deve essere l’occasione anche per il sindacato di recuperare la credibilità e la rappresentatività perse in questi anni, ripartendo dai propri errori. Il sindacato può tornare ad essere il punto di riferimento di lavoratori, pensionati, disoccupati, giovani in cerca di lavoro: il suo radicamento nel territorio lo rende ancora una risorsa importante. La CGIL non può perdere questa occasione.


Approvato all’unanimità
Firenze, 18.09.2014

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