Situazione SACI: le valutazioni della FLC CGIL

Nella crisi causata dalla pandemia agli istituti che offrono percorsi di istruzione universitaria a studenti americani a Firenze, SACI è uno dei soggetti che ha manifestato le maggiori criticità. Abbiamo tentato di aprire un tavolo con l'istituto per la gestione di un percorso di auspicata ristrutturazione, ma non siamo mai riusciti ad ottenere informazioni chiare sulle strategie per il futuro.

Dopo un periodo di sostanziale inattività del tavolo sindacale e una ultima comunicazione da parte del legale dell'azienda che parlava di una probabile cessazione dell'attività, scopriamo dal sito web di SACI che ci sono state evoluzioni del contesto che vengono rese pubbliche senza che la direzione abbia ritenuto di informare i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali.

Abbiamo deciso quindi di rendere pubblici anche le nostre valutazioni, già comunicate all'istituto


"Gentili Presidente e membri del board,

è trascorso oltre un mese dall'ultimo incontro concesso ai rappresentanti di insegnanti e staff e, se si eccettuano tre dichiarazioni postate sul sito della SACI, dobbiamo purtroppo constatare il permanere del silenzio sui veri piani della scuola e sull'esistenza di una chiara strategia, nonostante la mobilitazione degli alumni e le varie iniziative da questi assunte.

Le dichiarazioni in esame non fanno che aumentare l'incertezza circa la situazione di SACI e il futuro dei suoi dipendenti e intendiamo in questa sede replicarvi, allo scopo, per l’appunto di far chiarezza:

1) È sconcertante che anziché informare i rappresentanti di insegnanti e staff, SACI scelga il proprio sito per diffondere notizie di natura anche riservata che riguardano la gestione della scuola. In ogni caso i comunicati, per quanto reticenti e lacunosi, sono stati postati solo ed esclusivamente per effetto dell’attività degli alumni sui social e la petizione su change.org che ha ad oggi raccolto oltre 1100 firme, e non costituiscono certo espressione di una volontà spontanea e collaborativa.

2) È altrettanto discutibile che sia stata fatta questa scelta dopo aver tenuto per mesi all’oscuro il personale dipendente, nonostante ripetute richieste di aver notizie. In questo senso la condotta tenuta ha mancato di rispetto per chi in altri tempi era stato definito “il cuore della scuola”.

3) È paradossale a questo proposito che oggi presidente e board accennino a “misinformation” quando questa è stata per l’appunto innescata dal rifiuto di comunicare del management e da dichiarazioni dello stesso legale della SACI, che, al momento dell’annuncio della cancellazione del fall term, parlò chiaramente di prossima chiusura della scuola.

4) Molto di quanto detto nei tre comunicati – e in particolare nell’ultimo – è vago e non suggerisce l’esistenza di una strategia coerente. Si accenna a iniziative con consolato statunitense, istituzioni filantropiche, EU Recovery Fund, a un fundraiser che era stato precedentemente rifiutato e a “sharing recruitment strategies”, ma senza dare alcuna informazione concreta in merito. Si tratta di parole cui – per ora – non è conseguito alcun fatto. Si rileva, a questo proposito, che l’attuale presidente è stato esplicitamente assunto, cinque anni fa, per lavorare al fundraising.

5) Il Presidente e il Board affermano che quando è stato cancellato il Fall term i depositi erano pochi, ma il fatto è che l’attuale management ha smantellato l’ufficio addetto al reclutamento a New York, ha iniziato con ritardo la procedura di recruiting relativa al Fall term, per poi cancellare lo stesso Fall term con ampio anticipo rispetto alla scadenza naturale (15 giugno), nonostante iscrizioni in numero più che promettente, così impedendo che nuovi depositi potessero affluire.

6) Quanto ai debiti resi pubblici nel secondo comunicato (13 Aprile) non si comprende, se SACI ha veramente intenzione di proseguire l’attività, perché abbia l’immediata necessità di disporre dell’intero importo, quando ne basterebbe una parte per traghettarla, in salvo, al prossimo term utile (Spring 2022).

7) Si vuole far passare la tesi che il personale dipendente riceva la cassa integrazione come un merito dell’attuale management, quando si tratta in realtà di un aiuto di stato (non di SACI) che alleggerisce considerevolmente le finanze della SACI del costo dei salari. Peraltro gli importi percepiti da insegnanti e staff sono una frazione (€ 6,00 lordi all’ora) del salario dovuto e consentono a mala pena la sopravvivenza. Presidenza e board millantano il merito di una serie di attività (oltre alla cassa integrazione, sospensione pagamento del capitale del mutuo, PPP loan negli USA, furlough) che costituiscono invece opportunità offerte dai governi grazie alle quali hanno alleggerito i costi a spese dei dipendenti.

8) È scorretto che il management giustifichi la decisione di cancellare il Fall, addebitandola, sulla base di pregiudizi nei confronti del paese che la ospita da 46 anni, anche alla gestione della vaccinazione in Italia, quando è noto a tutti che la distribuzione dei vaccini è avvenuta su base Europea. Presidente e board forse non ricordano che si tratta di quella stessa organizzazione della vaccinazione che ha consentito di immunizzare gratuitamente insegnanti, operatori e amministratori di scuole di ogni ordine e grado.

9) La lacuna più evidente, nei comunicati, è che nulla, assolutamente nulla viene dichiarato su quale siano i piani della dirigenza, ossia se esista o meno la volontà di continuare la quasi cinquantennale attività di SACI.

10)  Il Presidente ha rivendicato di aver cercato supporto nelle scuole tradizionalmente legate da un rapporto di partnership con SACI, dimenticando che, nell’attuale situazione di crisi, tali scuole sono piuttosto concorrenti che partner. A questo riguardo è un evidente errore gestionale l’aver deciso, in tempi ampiamente anteriori all’inizio della pandemia, di cancellare i programmi (come MFA e Post-bac) accessibili a studenti indipendenti e quindi non soggetti ai diktat delle scuole d’origine. Quegli stessi studenti, destinati a rimanere uno o due anni, in aggiunta a una tempestiva campagna di reclutamento e di fundraising avrebbero consentito la sopravvivenza e la continuità dell’attività di SACI.

11)  Quanto premesso denota, salvo smentite più convincenti e fondate dei post recentemente apparsi, assenza di spirito d’iniziativa e della volontà di tenere in vita SACI e proteggere il posto di lavoro e il futuro dei suoi dipendenti.

Molto altro rimane da puntualizzare e ci riserviamo di farlo. Quel che è certo è che questa strategia attendistica, che sfrutta i contributi di stato, peraltro tardivi e largamente insufficienti, senza offrire speranze e un piano che giustifichi i sacrifici affrontati dai dipendenti è discutibile sia eticamente che dal punto di vista strettamente tecnico. È inoltre molto pericolosa, nel caso si immagini un futuro per la scuola, perché consente a concorrenti più efficienti e tempestivi, di approfittare rapidamente e irreversibilmente del vuoto lasciato, anche solo per un semestre, da SACI.

Ciò premesso, Vi chiediamo, nel rispetto della volontà di "tenere aperti i canali di comunicazione" auspicata nell'ultima lettera del board, di calendarizzare al più presto un incontro con i rappresentanti del personale e il sottoscritto nel corso del quale rispondere senza reticenze alle domande, molte e legittime, sul futuro dell'istituzione.

Distinti saluti

I Rappresentanti Sindacali Aziendali FLC CGIL in SACI
La Segreteria FLC CGIL di Firenze"