Asilo chiuso al Pollino, sindacati all'attacco - di G. Baldanzi

Cgil, Cisl e Uil lamentano gravi omissioni e inadempienze: «Neppure noi siamo stati avvisati»

Riportiamo di seguito l'articolo di Gabriele Baldanzi pubblicato su Il Tirreno GROSSETO, il 21 agosto 2016

GROSSETO. «La vicenda della scuola dell’infanzia del Pollino non può essere liquidata né con lo scaricabarile tra il Comune e la dirigente dell’Istituto comprensivo Grosseto 5, né ridicolizzando i genitori come pretenziosi».

Lo dichiarano a più voci Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola di Grosseto. Il caso è quello della materna di campagna che da 50 anni ospitava i bambini della zona, dai figli dei militari della base Baccarini ai piccoli che vivono nei poderi del Casotto Pescatori. Adesso risulta ufficialmente chiusa e le famiglie non sanno chi “ringraziare”.

Secondo Anna Maria Giurelli (Flc Cgil), Alfonso Nocchi (Cisl Scuola) e Fabrizio Settembrini (Uil Scuola) sono state troppe le inadempienze e le omissioni che hanno caratterizzato la procedura che ha portato a chiudere questo presidio a servizio delle famiglie che vivono in campagna.

«Le omissioni - scrivono i sindacati, che finalmente fanno chiarezza su quanto è accaduto - iniziano con la mancata comunicazione ufficiale alle organizzazioni sindacali, prevista dalla legge regionale 32/2002, in sede di conferenza zonale per l'istruzione. D’altra parte, il dimensionamento della rete scolastica provinciale 2016/2017 approvato dalla Regione Toscana non prevedeva la chiusura di alcun plesso del nostro territorio e non si capisce perché, sia il sindaco che la dirigente scolastica, abbiano preso una decisione così radicale, senza nemmeno tentare un salvataggio».

Ma non finisce qui. Lo scorso 17 agosto, l’Ufficio scolastico regionale della Toscana, dava mandato agli Ambiti territoriali (gli ex Provveditorati) di monitorare eventuali difficoltà dovute alla carenza di personale, come previsto da una recente nota del Ministero datata 3 agosto 2016. In pratica si domandava al Provveditorato di Grosseto «di valutare la necessità di procedere all'attivazione di ulteriori posti, oltre a quelli già assegnati, esclusivamente per situazioni in cui non fosse stato possibile, in altro modo, garantire le necessarie condizioni di sicurezza e di incolumità degli alunni».

Questo per rendere possibile il regolare funzionamento dei servizi scolastici in presenza di scuole articolate su più plessi. Esattamente il caso del Pollino. Ma anche l’Ufficio scolastico provinciale - secondo i sindacati - non sarebbe stato coinvolto nella discussione, al pari di altri soggetti.

Giurelli, Settembrini e Nocchi balzano così alle conclusioni: «Bisogna bloccare l’iter di chiusura e ricominciare da capo, ognuno assumendosi le proprie responsabilità. Il sindacato è profondamente consapevole dei problemi enormi che le scuole sono chiamate ad affrontare, a seguito dei tagli al personale degli ultimi anni e dell'abbassamento degli standard di sicurezza e vigilanza, ormai al minimo storico in molti plessi. Ma questo alibi, nel caso di specie, non basta. Per rispetto a bambini, ai loro familiari, a insegnanti e Ata, infatti, si deve trovare una soluzione percorribile per lasciare aperto il plesso del Pollino. Il che significa che il sindaco non può limitarsi a scaricare

la colpa sul Governo per lucrare un po’ di consenso politico. E che la dirigente scolastica non può decidere tutto da sola, stravolgendo a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico le scelte delle famiglie e del personale del plesso in questione».