DAL PRESIDIO DI FIRENZE - 19 MAGGIO 2015 ore 17.30

    La protesta crescente nei confronti del DDL “Disposizioni recanti riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione”, sono il segnale di aspettative disattese da tutti: personale della scuola, genitori, studenti evidentemente non condividono il modello di scuola proposto nel provvedimento. Un modello fondato su un impianto verticistico della governance, che produce disuguaglianza nella comunità scolastica e mina la trasparenza tipica del sistema scolastico italiano.

    Investire nella scuola è un passo importante, fondamentale per un rinnovamento della scuola stessa. Tuttavia, il rinnovamento non può essere fatto in modo unilaterale dal Governo ma, necessita di un confronto vero per delineare una visione generale, il più condivisa possibile, sul modello di scuola nella nostra società. E l'investimento deve essere vero: la legge di stabilità taglia risorse sul lavoro ATA, anche se prevede la stabilizzazione dei docenti precari (2.020 ATA tagliati e l'impossibilità di fare le supplenze per un totale di 500 milioni di €, a fronte di un miliardo per le assunzioni).

    Uno spazio di ascolto e discussione che ad oggi, nonostante gli annunci, non c’è stato né per le forze sociali e sindacali né per le associazioni di studenti e genitori. Se i tempi previsti per l’approvazione del DDL restano questi, come è possibile avviare il confronto recentemente promesso dal Governo? Mentre si dice che “siamo pronti ad ascoltare”, si procede a tappe forzate all'approvazione del DDL alla Camera.

    Come rappresentanti del personale della scuola, degli studenti, dei genitori, delle forze sociali e sindacali e delle associazioni, ci rivolgiamo ai Parlamentari della Toscana invitandoli a esercitare in piena libertà il mandato parlamentare affinché:

    1. si intervenga con provvedimento d’urgenza su organici e assunzioni, per non finire fuori tempo massimo rispetto all’avvio dell’anno scolastico e per avviare un piano a scansione pluriennale che dia risposta a tutte le legittime aspettative di precari, docenti e ATA;

    2. si sospenda l’approvazione del provvedimento e si avvii un dialogo, con tempi adeguati all’ascolto e al confronto, per il rilancio della scuola pubblica. Approvare entro giugno il provvedimento a cui dovranno seguire i provvedimenti attuativi per settembre 2015, vuol dire far cominciare la scuola nel caos. Il mondo della scuola vuole il cambiamento: avviamo un confronto vero che costruisca, entro la fine del 2015, un provvedimento organico destinato a entrare in funzione per l'anno scolastico 2016/17: per sua natura, la scuola non può vivere di provvedimenti approssimativi, ma ha bisogno di iniziative serie che prospettino un futuro solido per le nuove generazioni.

    La scuola è di tutti: fatene un patrimonio collettivo e non un progetto di parte.

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