L'assemblea dell'Università di Firenze approva due importanti OdG (di seguito e in allegato)
L'assemblea dell'Università di Firenze approva due importanti OdG (di seguito e in allegato)
ADI, ARTeD e FLC CGIL lanciano una petizione online.
Da un comunicato stampa del MIUR, apprendiamo che nella giornata del 26 maggio si sarebbe svolto, “alla presenza della Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri On. Maria Elena Boschi”, un incontro tra la Ministra dell’Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e i vertici dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova (IIT).
Per firmare questa petizione vai a su www.change.org facendo clic su questo link
Onorevole Ministra Valeria Fedeli,
Onorevole Ministro Pier Carlo Padoan,
Onorevole Ministro Giuliano Poletti
Uno dei principali problemi dell’Università italiana è lo stato di precarietà contrattuale in cui versa la maggioranza dei ricercatori. Questo fenomeno ha radici più che decennali, ed è stato aggravato dal disinteresse della politica nei confronti della scienza e della ricerca e dal cronico sottofinanziamento del sistema universitario italiano. A partire dall’emanazione della Legge 240/2010, che ha abolito la figura del ricercatore a tempo indeterminato, la piaga della precarietà non ha fatto altro che aggravarsi.
Il Tar della Toscana ha accolto il ricorso presentato lo scorso marzo da un gruppo di circa cento persone tra insegnanti e ata, coadivato dalla Flc Cgil e da altri sindacati, per chiedere l’annullamento della delibera della Provincia di Pisa del 28 novembre 2016 con la quale si era avallato l'accorpamento dell'Istituto tecnico Da Vinci con l'Istituto professionale Fascetti di Pisa.
CAMBIARE LE NORME, RINNOVARE IL CONTRATTO
Il 30 novembre 2016 CGIL, CISL e UIL hanno firmato con il Governo un protocollo di intesa in cui si promettevano risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e modifiche sostanziali della normativa Brunetta.
Dopo la firma, che non è neppure servita al Governo Renzi per evitare la sontuosa sconfitta referendaria, silenzio.